Fin dai tempi universitari ho sempre avuto una naturale passione per l’Odontoiatria Estetica.
Una copia di “Bonded Porcelain Restorations” del Professor P. Magne era sempre nel mio zaino e qualsiasi possibilità di frequentare corsi o classi dove si parlasse di faccette o avere l’occasione di esercitarsi in una neonata tecnica di “DSD” era per me il massimo. L’incontro fisico con il digitale è avvenuto grazie ad un collega che, condividendo la mia passione, mi invitò a frequentare saltuariamente il master di “Odontología Restauradora Basada en Nuevas Tecnologías” dell’università Complutense di Madrid, dove gli alunni avevano la possibilità di disporre di una ventina di scanner di diverse aziende e si allenavano cronometrandosi a vicenda nella rilevazione delle impronte intraorali.
Fin da subito lo scanner TRIOS mi ha dato la sensazione di una particolare accuratezza e velocità di scansione rispetto ad altre che mi era capitato di provare fino a quel momento, sensazione che poi nel tempo si rivelò del tutto premonitrice. Dopo la Laurea, ho subito iniziato a collaborare con uno Studio Odontoiatrico che aveva una particolare attenzione all’innovazione tecnologica della professione e aveva recentemente acquisito un “IOS” di un altro produttore.
Tuttavia, dopo due anni di uso clinico e vari tentativi di riabilitazioni protesiche full digital, provavo un forte senso di frustrazione per l’incredibile numero di casi che, seppur non complessi, necessitavano di tante ore di lavoro, per poi finire inevitabilmente con la rilevazione di un’impronta analogica.
Il fatto che ci sia una curva di apprendimento e che la pratica sia fondamentale per padroneggiare qualsiasi tecnica nella nostra professione è scontato, ma avendo avuto la possibilità di vedere in azione il TRIOS sapevo che lo scanner che stavo utilizzando in quel momento non era il gold standard e che limitava di molto quello che un approccio digitale poteva offrire alla mia attività ed ai miei pazienti.
Dopo questa esperienza, quando si è trattato di rinnovare lo scanner, non ho avuto dubbi su quale scegliere, e finalmente sono riuscito ad ottenere un TRIOS.
Fin da subito mi ha colpito la velocità di scansione ed acquisizione dell’impronta, ma la cosa più sorprendente è stata poter disporre di numerose app in house utili per comunicare in modo immediato ed efficace con il paziente e soprattutto con l’equipe odontotecnica, semplificando esponenzialmente la pratica quotidiana. Negli ultimi anni i pazienti sono sempre più esigenti in termini di pre-visualizzazione del risultato finale e di velocità nel risultato, ed in questo senso gli strumenti digitali hanno creato dei vantaggi incredibili, riducendo innanzitutto l’invasività nella fase preliminare, e dando una spinta all’indecisione che alcuni pazienti hanno nell’affrontare o meno alcuni trattamenti, ma soprattutto diminuendo in modo non trascurabile i tempi operatori, tutto questo però solo se si lavora con un macchinario che risponde realmente alle esigenze e sia intuitivo e funzionale.